Helicopter-parents: quali conseguenze.

Sostituirsi ai figli per cercare di proteggerli sempre e comunque, può pregiudicarne la capacità di farcela. La volontà dei genitori di proteggere i propri figli, in realtà, crea la condizione opposta. Oggi è helicopter-parentsnecessario essere flessibili, avere la capacità di reagire velocemente agli eventi e riuscire a venir fuori dalle difficoltà. La vita in famiglia, pertanto, dovrebbe essere una palestra. I genitori hanno il compito di educare alla vita, allenare i propri figli alle difficoltà del mondo esterno, invece, troppo spesso si trasformano in spazzaneve, arginando le difficoltà del percorso per evitare scivolate e rovinose cadute ai propri ragazzi. Nulla di più pericoloso. Mamme imparate dai gatti! Tempo fa, una mia carissima amica, mi raccontò in che modo le gatte preparano i cuccioli alla vita, un racconto che mi aprì gli occhi. In particolare, le gatte selvatiche sanno di dover trasmettere ai loro cuccioli tutte le tecniche di caccia, Continua a leggere

La relazione educativa insegnante-alunno

Come sviluppare una sana relazione educativa alunno-insegnante? L’insegnante ha un ruolo fonla-relazione-educativa-insegnante-alunnodamentale nello sviluppo dello studente; ogni azione educativa si fonda sulla validità della relazione. Gli apprendimenti si costruiscono sulla disponibilità del docente e su risposte positive alle esigenze dell’alunno. Innanzitutto, un rapporto efficace si basa su un comportamento di dominanza del docente. Caratterizzato da sicurezza, autorevolezza e determinazione, senza prevaricazione. Il docente deve essere abile nel condurre le lezioni mostrando responsabilità e consapevolezza, l’insegnante è per l’alunno guida e riferimento stabile.

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Il Metodo Montessori

Aiutami a fare da solo”: è la sintesi del Metodo Montessori. Invita gli educatori a non ostacolare con impazienza nello sviluppo dei bambini, a non sovrapporsi al percorso maturativo del bambiil-metodo-educativo-di-maria-montessorino ma a fornire gli aiuti opportuni, nei tempi opportuni, perché i bambini imparano da soli. È un metodo ancora del tutto attuale e proseguendo nella lettura ne scoprirai il motivo. L’idea alla base di questo metodo è che il bambino debba essere lasciato libero di esplorare il suo mondo, con la certezza che ci sia un impulso innato in lui che lo spinge verso l’apprendimento. In questo senso, la curiosità del bambino è il vero motore dell’apprendimento che, se lasciato senza interferenze, porterà il bambino a sviluppare al massimo tutto lo spettro delle proprie capacità e a conquistare il mondo con la forza della sua intelligenza. Si interviene sulla predisposizione e strutturazione dell’ambiente educativo che deve essere attentamente organizzato e preparato per accogliere i bambini, curando la scelta del materiale, la definizione del ruolo e funzione dell’educatore. Continua a leggere

Come organizzare lo spazio in aula?

L’ambiente fisico delle nostre scuole è spesso trascurato, ma in realtà molto importante. Pensiamo a quanta cura mettiamo nel rendere le nostre case accoglienti e a come la disposizione di oggetti e mobili può essere funzionale al nostro comfort, le come-organizzare-lo-spazio-in-aulastesse attenzioni dovrebbero essere rivolte all’organizzazione delle nostre aule scolastiche. Certamente bisognerà tenere conto delle disponibilità del nostro Istituto, ma il tipo di arredo, gli spazi, la luce, gli strumenti presenti e la disposizione dei banchi possono fare la differenza, questo perché un luogo trascurato e poco ospitale può condizionare negativamente le prestazioni degli studenti demotivandoli. È necessario che ciascuno abbia il proprio spazio per muoversi con sufficiente libertà e che gli arredi non gli siano da ostacolo in alcun modo.

La disposizione dei banchi è molto importante ed ha anche vedere con il nostro modo di fare lezione. La disposizione dei banchi a righe orizzontali è tipica della lezione frontale, ma per favorire il lavoro di gruppo insieme a quello individuale è possibile organizzare l’ambiente secondo una disposizione a semicerchio (o Ferro di cavallo). Continua a leggere

La Didattica per competenze

La  didattica delle competenze  consente di organizzare  una formazione che non fornisca solo conoscenze e abilità, ma incide sulla cultura,   sugli   atteggiamenti   e   sui comportamenti   della pla-didattica-per-competenzeersona. La Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 definisce il Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli (EQF European Qualification Framework) e fornisce le definizioni di:

Conoscenze: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le  conoscenze  sono  un  insieme  di  fatti,  principi,  teorie  e  pratiche  relative  ad  un settore  di  lavoro  o  di  studio.  Nel  contesto  del  Quadro  europeo  delle  qualifiche  le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.

Abilità:  indicano  le  capacità  di  applicare  conoscenze  e  di  utilizzare  know-how  per portare a termine compiti e risolvere problemi.

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I Bisogni Educativi Speciali a scuola

Ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Così recita la Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012. I Bisogni Educativi Speciali includono tutte quelle condizioni fisiche, biologiche, fisiologiche, psicologiche e sociali che richiedono un’analisi del bisogno, un’individuazione delle problematiche, non disgiunte dall’identificazione delle risorse del soggetto, cioè i suoi punti di forza. Ecco perché il concetto di BES poggia le basi su una visione globale della persona, fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto.bes-scuola

Quali alunni possono manifestare BES?

  1. Alunni con patologie con diagnosi clinica certificata (Legge 104\92 e Legge 170\2010);
  2. Alunni con patologie su diagnosi non certificata;
  3. Alunni con problematiche emerse a scuola.

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Come sviluppare una Flipped Lesson in 4 punti.

Abbiamo già analizzato il metodo Flipped Classroom in un precedente articolo e alcuni di voi mi hanno chiesto qualche suggerimento per l’organizzazione di una lezione capovolta. Ho deciso di affidarmi all’esperienza di due docenti d’oltreoceano che hanno sperimentato fra i primi questa metodologia: Jonathan Bergmann e Aaron Sams. la-flipped-classroomin-4-puntiInnanzitutto, però, partiamo con alcune considerazioni preliminari. Ad esempio, è opportuno usare le nuove tecnologie solo se rappresentano lo strumento più adeguato ai nostri obiettivi. In alcuni casi, gli insegnanti non hanno il tempo di produrre propri video oppure hanno difficoltà con la tecnologia o, ancora, non parlano bene davanti alla videocamera. In questi casi, si possono tranquillamente usare i video prodotti da altri insegnanti. Con YouTube e gli altri siti per la condivisione dei video, il numero dei filmati disponibili sta aumentando e molti di essi possono essere usati per la Flipped Classroom. La cosa importante è trovare un video di qualità indipendentemente dalla disciplina. Del resto gli stessi ragazzi utilizzano i video disponibili online gratuitamente.

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ADHD: Come riconoscerlo e come gestirlo a scuola.

L’ADHD (Sindrome da deficit di attenzione e iperattività) è un disturbo evolutivo dell’auto controllo di origine neurobiologica, è un disturbo pervasivo e pertanto incide su tutti i contesti e ambienti. Risulta più gestibile nel rapporto uno a uno, mentre presenta sempre difficoltà nella frequenza scolastica, nel giocare con i coetanei, nella convivenza serena con i gensindrome-da-deficit-di-attenzione-e-iperattivitaitori, nell’inserirsi normalmente all’interno della società. Quindi, possiamo dire che un bambino solo disattento o iperattivo solamente a scuola molto probabilmente non è un ADHD. Un ADHD manifesta un deficit di attenzione connesso a iperattività e impulsività, e in generale possiamo osservare: difficoltà a mantenere l’attenzione, facilità nel commettere errori di distrazione, mancata attenzione per l’interlocutore, difficoltà a seguire le istruzioni e a portare a termine i compiti scolastici, difficoltà organizzative, evitamento di compiti che richiedono uno sforzo continuativo, perdita di oggetti e strumenti, sbadataggine, irrequietezza, difficoltà a rimanere al proprio posto in classe, tendenza a parlare molto e ad interrompere gli altri. In base alla descrizione proposta, si possono osservare tre sottotipi: Continua a leggere

Progettare l’accoglienza a scuola

Stanno per ripartire le attività in aula ed è molto importante pianificare un’adeguata accoglienza degli alunni, specie per i più piccoli. Il nostro obiettivo deve essere quello di instaurare un clima  rassicurante dove tutti i bambini, in particolare i nuovi iscritti, possano avviback-to-school2are un percorso di crescita in un contesto di relazioni significative. L’ingresso a scuola segna il passaggio ad una vita più autonoma dalla famiglia, ricca, però, di implicazioni emotive che meritano  un’attenzione particolare. È indispensabile, quindi, progettare itinerari di conoscenza dell’ambiente, delle persone, delle attività e organizzare i tempi e le attività, tenendo conto il più possibile dei bisogni e delle esigenze di ciascuno. Del resto, anche per i bimbi che già hanno frequentato, l’inizio di un nuovo anno scolastico, rappresenta un momento importante e ricco di significato è quindi importante programmare. Continua a leggere

Strategie per un metodo di studio efficace

Lo studio è un tipo di apprendimento intenzionale che richiede l’attivazione di diversi processi cognitivi, tra i quali ad esempio: l’attenzione, la memoria, la percezione, la motivazione, il pensiero,metodo di studio il linguaggio, l’emozione. Un approccio metacognitivo e, quindi, uno studio sul funzionamento dei processi correlato al proprio funzionamento può costituire già di per sé un ottimo approccio allo studio. Chiaramente questo tipo di metodologia può essere suggerita ai ragazzi più grandi, con un livello di consapevolezza e autonomia più strutturati. Uno studente strategico può comunque avvalersi di diverse strategie che gli consentano di apprendere con maggiore facilità. Uno dei primi punti è relativo alla gestione del tempo. In particolare nei ragazzi con DSA l’organizzazione è un aspetto spesso deficitaria che necessita di attenzione. Può rivelarsi utile l’ausilio di tabelle-diario in cui sia possibile distinguere giorni e orari o dei Planner settimanali o mensili nei quali prevedere, in relazione alle discipline, il ripasso, gli esercizi, le pause, gli strumenti da usare. Continua a leggere